LA PERMANENTE
Un po di storia
La moda del capello riccio risale all’ epoca dell’antica Roma, quando portare i capelli ricci era simbolo di elevato ceto sociale.
Le donne patrizie infatti si facevano arricciare i capelli dalle schiave con il calamistrum, un tubo di ferro riscaldato intorno al quale veniva avvolto un ciuffo di capelli e reso riccio.
Si continuò ad avere acconciature di questo tipo fino al 1906 quando per la prima volta, nella splendida cornice londinese di Oxford street, venne eseguita la permanente.
Il parrucchiere che eseguì tale trattamento fu Karl Ludwig Nessler, di origini tedesche, noto come Charles Nestlè, questo perché all’epoca un tocco di francesismo non doveva mancare.
L’acuto parrucchiere capì per primo il sistema per rendere “permanente” il riccio. Dopo vari esperimenti, a volte anche mal riusciti, l’8 ottobre del 1906, nel suo salone londinese, davanti ad una platea di colleghi, Nestlè eseguì la prima permanente “ufficiale” a sua moglie: pre-trattò i capelli con una soluzione chimica, altamente alcalina, che rese i capelli più morbidi e docili, procedette poi al montaggio di bigodini roventi, presentando un nuovo sistema di bigodini di bronzo riscaldati elettricamente, che pendevano dall’alto e ai quali i capelli erano arrotolati in modo da essere lontani dalla testa, per evitare di friggere il cranio della cliente.
Tuttavia la novità non fu accolta dagli altri parrucchieri con clamore, anzi rimasero molto titubanti per il lungo processo che si doveva eseguire (circa 6 ore), e soprattutto dall’ ingombrante macchinario che sosteneva i bigodini.
Nonostante il tiepido entusiasmo Karl brevettò la sua invenzione e la migliorò nel corso degli anni.
Le ricerche vanno avanti e, tra il 1920 e il 1930 si raggiunsero risultati significativi: Eugene Suter ed Eugenio Isidoro Calvete elaborarono un sistema di tubolari in cui erano inserite due bobine in un tubo di alluminio con i capelli avvolti a spirale.
Nel 1928 Mariorie Joyner brevettò una macchina in cui i capelli erano avvolti a cilindro, certo è che ci furono un’invenzione dopo l’altra,
ma la vera svolta ci fu solo nel 1934 quando la società Calvete creò icall, un sistema con i tubi scollegati dalla corrente elettrica , presentata nel 1935 durante l’Hairdressing fashion show e fu un successo senza eguali.
La più rivoluzionaria fu quella di Arnold F. Willat che nel 1938 inventò l’onda fredda, prototipo del sistema maggiormente utilizzato oggi.
Evoluzione della moda del capello
La moda del capello corto e mosso fece così tanto clamore che nel 1940 tutte le più importanti aziende del mondo fecero ingenti investimenti per cercare di avere una permanente che desse eccellenti risultati e non danneggiasse i capelli della cliente. Così L’Oreal, nel 1945, uscì sul mercato con la permanente a freddo Oréol e, subito dopo, testanera, oggi SCHWARZKOPF Professional, nel 1947.
Per rispondere ad una crescente domanda da parte della moda di avere capelli corti e mossi, le donne degli anni 50 evitavano di avere i capelli lisci, tant’è che nei saloni si eseguivano dalle 10 alle 15 permanenti al giorno. Come tutte le mode anche quella della permanente attraversò un momento di buio (circa un decennio), negli anni 70, infatti, avere i capelli ricci era uno scandalo.
Il vero boom ci fu negli anni 80 quando andavano di moda tagli scalati, c’era bisogno di volume, di sostegno, di riccio, di mosso, e ciò comportava l’eseguire una permanente dietro l’altra, e i capelli si rovinavano con molta facilità, soprattutto se l’acconciatore che eseguiva il lavoro era incauto, valida motivazione che ha portato a un graduale rifiuto della permanente fino a scomparire del tutto.
Oggi si è tornati al mondo delle permanenti, grazie soprattutto a ricerche, fatte in laboratorio, che hanno introdotto sul mercato prodotti molto “soft” che non rovinano la struttura del capello.
Ma come si ottengono i capelli ricci?
Il capello è formato da: Lipidi, pigmenti e cheratina una proteina ricca di zolfo contenuto nei resudui di amminoacidi di cisteina che danno luogo alla formazione di ponti di solfuro, elemento fondamentale per la struttura e la stabilità dei capelli.
Per ottenere i capelli ricci bisogna rompere i ponti di solfuro arrotolando i capelli attorno a un bigodino, la cui dimensione determina la grandezza del riccio.
La soluzione chimica che viene utilizzata per rompere i ponti è un agente riducente il “Tioglicolato di ammonio” e ammoniaca perché le sostanze alcaline gonfiano il capello allargando la cuticola e ottenendo una reazione rapida.
Una Volta Ottenuta la rottura dei ponti e arricciati i capelli bisogna ripristinare tali ponti con una soluzione ossidante e cheratita, detta comunemente “neutralizzante”, contenente bromati alcalini o perossidi (di solito acqua ossigenata), che ricompone i legami disolfurici dei capelli, stabilizzando la nuova forma del capello.
Un trattamento completo dura generalmente non meno di trenta minuti. Applicazioni troppo rapide del “neutralizzante”, non ricomponendo integralmente tutti i ponti disolfuro, rischiano di danneggiare la struttura del capello lasciandolo più fragile.
La permanente oggi
Oggi la permanente è tornata di gran moda ma in versione totalmente diversa rispetto a quella degli anni 80. Niente più ricci fitti e stretti, oggi la permanente ha boccoli morbidi che segnano l’inizio di una nuova era della permanente.
Beach Waves è il nuovo concetto di permanente, onde naturali, sfoggiate nelle occasioni più glamour dalle celebrities.
Ma come è cambiata la permanente nel corso degli anni a livello chimico?
Al contrario delle vecchie formulazioni, che disidratavano il capello, oggi si usano componenti che proteggono la struttura del capello, come aloe vera, keratina, proteine della seta e prodotti senza ammoniaca come quelli utilizzati dallo stylist Gianni Mele durante il corso Natural Waves della nuova linea 6.Zero, corso tenutosi presso la nostra academy.
Come curare i ricci?
Una volta avuto i ricci tanto desiderati ci si rende conto che cambia la routine giornaliera, cambia il modo di toccarsi i capelli e il modo di gesticolare ma deve cambiare soprattutto la hair-routune.
Usare sempre shampo adatti al nuovo tipo di capelli perchè i capelli ricci sono spesso ribelli e non sono semplici da trattare. Necessitano di idratazione costante e di prodotti specifici per capelli ricci che non vadano ad aggredire la struttura del fusto, intaccandone la cuticola.
Altro momento a cui dedicare attenzione è la fase dopo lo shampoo. Applicare il prodotto di styling, sempre con le mani, e tamponare molto i capelli per togliere tutto il residuo dell’acqua, in modo da non avere il peso dell’acqua (che li schiaccia) durante l’asciugatura.
Se si asciuga con il diffusore mettersi a testa in giù con il phon a temperatura media e velocità media perché il riccio si deve asciugare molto piano.
Se l’asciugatura fosse senza phon, tipo in estate, ancora meglio. Quando è quasi asciutto allora ci si può mettere a testa in giù per rifinirlo. Non bisogna mai scuoterli
E dopo L’asciugatura importantissima è anche la pettinatura perché anche la cattiva pettinatura può essere un nemico per i capelli.
Capelli ricci e pettine non sono proprio un binomio ideale. Ma perché? I pettini, anche quelli a denti larghi o larghissimi, appartenente considerati i migliori per le chiome selvagge, possono essere aggressivi e forzare i possibili nodi, andando così a stressare il capello, rendendolo ancora più fragile. Il riccio inoltre, perderebbe corpo e diventerebbe crespo.
Abolite poi, assolutamente, tutte le spazzole districanti tipo tangle teezer, che non fanno altro che rendere più fragili i vostri boccoli.
È importante districare i capelli partendo dalle punte fino alla radice.
Gestite quindi i capelli per sezioni, partendo dal basso e risalendo poi piano piano fino ad arrivare alla radice. Tutto questo sempre con le dita e lasciando stare il pettine. “Pettinando” dal basso verso l’alto infatti, si districheranno prima i nodi ad altezza punte e lunghezze e progressivamente, si potrà poi risalire più agevolmente per dipanare i nodi della parte alta della chioma.
Al contrario, se si iniziasse a pettinare dall’ alto si incontrerebbero continui ostacoli – figuriamoci con pettine o spazzole! – che non ci permetterebbero di procedere e che ci farebbero anche male, oltretutto.
Inoltre, questa modalità previene anche le doppie punte!
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